14/07/2020

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Dai vigneti alle piste

Roxenne e Salvatore Gandolfo: vini e piloti, due mondi diversi con la stessa passione.

Vino e corse automobilistiche? L’associazione di idee più semplice, la più ovvia, è quella del podio dopo la gara. Il momento in cui i piloti scaricano la tensione del week-end con un sorso di champagne. Il progetto Cava, però, va oltre questo stereotipo. Questione di DNA, visto che Roxenne Gandolfo è figlia di Salvatore, vulcanico imprenditore italo-svizzero che, fra le tante attività, ha anche quella del management nel mondo delle corse; attualmente con tre piloti – Pascal Wehrlein, Alex Palou e David Vidales – impegnati in categorie internazionali. Pascal si sta affermando come uno dei talenti della nuova Formula E a propulsione totalmente elettrica; Alex, dopo un avvio fulminante nella Superformula giapponese, sta correndo in America nella prestigiosa serie Indycar. E David, appena diciottenne, si affaccia al mondo delle monoposto di F3 Regional col viatico di una carriera a livello mondiale nel karting.

Attenzione, però; parliamo di un management che non si ferma al puro sfruttamento commerciale. Esattamente come è giusto dire che le scelte di Cava non si limitano alla semplice operazione di marketing. Un conto è acquisire un nome già noto, un altro dedicarsi a qualcosa di nuovo, magari sconosciuto ai più, valutandone il potenziale di crescita. Padre e figlia hanno in comune la ricerca delle radici, la lungimiranza dei progetti, il gusto di scoprire, far crescere, accompagnare il “prodotto”. Che si tratti di un vitigno o di un giovane talento del volante, da avviare lungo la trafila delle monoposto di Formula, in fondo non fa molta differenza. Alla base c’è sempre, innanzitutto, il rispetto per il soggetto che si sta trattando. La valutazione delle potenzialità, il riconoscimento del carattere. Poi viene la consapevolezza che il talento grezzo non basta. Serve un lavoro accurato, a livello di immagine, di comunicazione, di posizionamento sul mercato. Quello che viene fatto, da Roxenne e da Salvatore, sui due lati del confine di Ventimiglia. Su due fronti così diversi in apparenza, eppure così simili nella sostanza.

Esclusività, eccellenza, semplicità, autenticità: le parole chiave del progetto Cava si adattano perfettamente anche alla filosofia della Monaco Increase. Perché il talento, come il gusto, va sempre riconosciuto quando è in boccio. Poi servono pazienza, competenza, dedizione e, soprattutto, passione. Chi sceglie vini, come chi sceglie piloti, non può essere mosso soltanto dall’interesse economico. La ricetta del successo, in fondo, è semplice. Ma anche estremamente impegnativa.

Ringraziamo vivamente Alberto Antonini per la redazione di questo articolo e Rubyna Chaudry per la cura delle traduzioni.