02/07/2021

News

Syrah e Cortona un binomio indissolubile

Il territorio 

Cortona, che dall’alto dei suoi 585 m.s.m si affaccia sul panorama vasto ed armonioso della Valdichiana, punteggiato da ville e casali, tra vigneti ordinati, testimoni dell’antica e storica prelibatezza dei suoi vini. 

Ci troviamo in provincia di Arezzo, Toscana, regione mondialmente riconosciuta per la produzione di grandi vini. Già nell’antichità Plinio il Giovane parlava di un pregiato vino bianco cortonese di nome Etesiaca, cosi come il buongustaio Papa rinascimentale, Paolo III, amava fare grandi provviste del prodotto di questi vigneti, mentre Giosue Carducci trovava spesso la sua ispirazione poetica solo di fronte ad un bariletto dello “stupendo vino” di Cortona.

Oggi vi racconteremo di una realtà più contemporanea di queste terre e di come la presenza del Syrah a Cortona abbia in realtà una storia recente affermatasi anche grazie ai numerosi studi che hanno evidenziato, oltre alla predisposizione dei terreni, la similarità del clima cortonese con quello della costa del Rodano, territorio francese d’eccellenza per la produzione di questo vitigno. La Val di Chiana è stata infatti per molto tempo il regno del trebbiano ed altre uve a biacca bianca per la produzione del Bianco del Val di Chiana, una denominazione ormai quasi del tutto abbandonata.

Le origini del Syrah 

Si pensa che uno dei primi a portarlo in Toscana sia stato il Conte di Montecarlo di Lucca, nei primi del Novecento, di ritorno da un viaggio in Francia, fino ad arrivare per raccolte private prima nel territorio aretino, infine nel cortonese, dove alcune aziende decisero di coltivarlo prima ancora di sviluppare delle indagini intorno alla sua origine genomica

Per quanto riguarda le vere origini del Syrah, sicuramente lontane, sembrano provenire dalla città di Schiraz, in Persia, da cui pare giunto nel nostro paese nell’antichità attraverso la città di Siracusa. Altri studi evidenziano come in realtà le sue vere origini siano francesi, da attribuirsi più precisamente alla Valle del Rodano, ipotesi che si avvale anche della natura dei nomi dei due vitigni, Mondeuse Blanche e Durezza, il cui incrocio ha dato vita al famigerato vitigno internazionale.

Il Syrah di Stefano Amerighi

Quello possiamo affermare con certezza è che nel giro di pochi decenni, il Syrah è diventato il simbolo di questo territorio della provincia di Arezzo, con una produzione di alto livello qualitativo.  Basti pensare che che il Consorzio Cortona Doc, costituito nella primavera del 2000, attualmente conta circa 60 aziende la cui cui produzione viene ricavata per circa l’80 per cento proprio dal Syrah. 

Fra queste realtà spicca indubbiamente la ricercata produzione di Stefano Amerighi, della quale vi parleremo oggi. L’azienda avvia la sua attività con il desiderio di riuscire a produrre un grande Syrah attraverso la tradizione contadina della famiglia e la pratica della biodinamica. Per raggiungere questo obbiettivo vengono individuate due colline ben esposte e microclimaticamente idonee in una zona del chiuso di Cortona denominata Poggiobello di Farneta, dove trovano dimora i cloni e le selezioni aziendali di Syrah, scelte con attenzione nella Valle del Rodano.

La gestione del vigneto segue i dettami della viticoltura naturale e dell’agricoltura biodinamica: la potatura e le lavorazioni del terreno sono scandite dalle fasi lunari e planetarie; la difesa fitosanitaria è affidata soltanto a rame e zolfo distribuiti in minime quantità grazie anche all’uso di macerati e di tisane naturali. I preparati biodinamici consentono di vivificare la terra ed evitare qualsiasi concimazione ed i sovesci invernali di strutturare i terreni durante la stagione fredda.

Tutto questo per riuscire a portare i grappoli sani a maturazione e per consentire di vinificarli con la totale assenza di correttivi e prodotti chimici. L’uva, dopo la diraspatura, viene in parte lasciata a chicco intero ed in parte leggermente pigiata con i piedi e messa a mano in piccoli tinelli di cemento senza l’uso di pompe. La fermentazione avviene in maniera spontanea senza lieviti selezionati, solforosa e controllo della temperatura. Da ultimo l’invecchiamento è svolto in legno e cemento, per almeno 14 mesi, e l’imbottigliamento avviene senza filtrazione né stabilizzazione. 

Se ne ricava un Syrah in purezza, affinato  per due anni e mezzo in bottiglia, per Stefano ritenuto “argenteria di famiglia”.

Un vino che deriva da uve maturate “”all’apice”” del vigneto de’ Canonici e che viene prodotto solo ed esclusivamente in annate selezionate e ritenute eccezionali dall’azienda.  Poco altro c’è da aggiungere, non resta che provare per credere!